Tra le quattro possibili opzioni (libero, dorso, rana e delfino), lo stile di nuoto a delfino  o anche farfalla, è una delle tecniche più difficili e faticose da imparare ed eseguire.

Prima di analizzarne il movimento, mettiamo in un evidenza una questione linguistica: la dicitura stile “farfalla” è spesso utilizzata come sinonimo di stile “delfino” e viceversa. Le avrete sicuramente sentite nominare entrambe.

Delfino o Farfalla?

Si tratta di sottigliezze linguistiche, difficili da risolvere al 100% ma proviamo a fare chiarezza: entrambi gli stili nascono come evoluzione dello stile “a rana” e ad oggi sono appunto considerati quasi equivalenti.

Qualche voce fuori dal coro però parla di una differenza nella “bracciata”: secondo costoro nella tecnica a farfalla la bracciata sarebbe da effettuarsi nello stesso modo della “rana“, mentre nello stile a delfino la bracciata sarebbe “unita”, ovvero con le braccia congiunte. Diciamo che a livello amatoriale si tratta praticamente della stessa cosa.

Al di là di questa questione comunque secondaria possiamo dire che lo stile farfalla è lo stile più spettacolare e scenografico di tutti. È tanto bello da vedere quanto complesso da praticare. Serve essere dotati di una coordinazione assoluta e armoniosa, poiché il movimento da effettuare è continuo, come un macchinario ad orologeria.

Con la tecnica delfino si rinforza praticamente tutto il corpo, con una particolare attenzione alla parte superiore/busto. Si pensa erroneamente che serva una forza fuori dal normale per eseguire questo stile: se è vero che la farfalla/delfino richiede uno sforzo maggiore rispetto ad altri stili non pensate però che occorra essere eccessivamente “grossi” per padroneggiarne l’esecuzione. In realtà è bene ribadire che si tratta principalmente di una questione di tecnica, non di massa!

Detto ciò si tratta di uno stile molto faticoso e per questo adatto da un lato a distanze relativamente brevi e dall’altro rivolto a nuotatori già un minimo esperti. Per costoro si tratta di una sfida indubbiamente interessante, ma anche un rischio: degli errori nella postura durante l’esecuzione di più vasche a farfalla possono “pesare” non poco sul fisico, che essendo sottoposto ad uno sforzo di quella intensità è anche messo a rischio. In quest’ottica consiglio di non “improvvisare” troppo ma di far supervisionare il vostro allenamento da occhi esperti. Certamente nello stile delfino la capacità di resistenza può fare la differenza.

Parlando di sforzo muscolare, lo stile Delfino è uno dei migliori in assoluto per allenare gli addominali con il nuoto.

Tecnica Nuoto Delfino/ Farfalla

Fasi di nuoto nello stile farfalla: Tecnica Nuoto Delfino/ Farfalla

Fasi di nuoto nello stile farfalla: Tecnica Nuoto Delfino/ Farfalla

A livello tecnico nello stile delfino i palmi sono rivolti verso l’esterno e le dita sono chiuse. Quello che viene a crearsi durante uno stile a farfalla ben eseguito è una sorta di “movimento a onda“: quando il petto sale le gambe scendono e viceversa.

Se ragioniamo ad un livello agonistico va precisato che sono vietati i movimenti “alternati”, in favore appunto di un movimento ondulatorio. In generale le braccia devono fungere da “ancoraggio”, i gomiti restano alti e le gambe rimangono parallele alla superficie dell’acqua.

Se invece state ancora imparando, c’è un trucchetto che può aiutarvi: l’utilizzo delle pinne! A proposito di “didattica”: non ci sono regole ferree ma di base sarebbe meglio approcciarsi a questi stile dopo i 6 anni e comunque dopo che si sono già imparati gli altri stili di nuoto.

Storia

Veniamo ora ad un paio di cenni storici. Non ci sono fonti/notizie storiche precise e convalidate sulle origini di questo stile: sappiamo però che si è diffuso tra gli anni 20 e gli anni 30 del Novecento.

Il suo debutto ufficiale – che coincide con la sua “istituzionalizzazione” – avviene nel 1956 alle Olimpiadi di Melbourne. Secondo alcuni l’inventore di questo stile sarebbe proprio di quelle parti e si tratterebbe dell’australiano Sidney Cavill.

Quasi sicuramente si può dire che a perfezionarne la gambata fu l’americano Henry Meyers. Una certezza c’è: il suo interprete più noto e sopraffino è lo statunitense Michael Phelps, che – volendo essere un tantino poetici – sembra davvero nato per eccellere in questa disciplina ed in questo stile.

Difficile riusciate ad eguagliare il campione a stelle e strisce ma sappiate che questo stile è un toccasana per il vostro fisico, se bene eseguito: attenzione però ad evitare i crampi! In tal senso, per approcciarsi ad un allenamento ottimale – spesso – un allenamento cardiovascolare è meglio di una corsa, anche perché si corre meno il rischio di infortunarsi alle ginocchia.

Ad ogni modo, qualunque stile decidiate di imparare o perfezionare, tenete presente che a livello di benessere muscolare non è tanto importante lo stile quanto la durata e l’intensità dell’allenamento. Prima di intraprendere un percorso in vasca o simili è importante chiedere il parere di un esperto del settore, medico o personal trainer che sia.