Viviamo e cresciamo per nove mesi immersi nel liquido amniotico: sembriamo nati per stare a mollo e sguazzare!

In generale i bambini e i neonati apprezzano l’acqua: il bagnetto, se ben fatto, è un momento di coccole con mamma e papà, la piscina un luogo di divertimento e di gioco, il mare una scoperta continua.

Moltissimi genitori approfittano di queste caratteristiche innate nei neonati per insegnare l’acquaticità, cioè la tendenza ad apprezzare l’acqua e il movimento in essa, sentirsi a proprio agio senza paura e, col tempo, iniziare le immersioni.

Sono però tante le domande che ci si può: quando dovremmo iniziare a portare nostro figlio in piscina? Dovremmo iscriverci ad un corso o fare da soli? Come possiamo intrattenerlo durante la “lezione” in modo che non si annoi e desideri spontaneamente stare a contatto con l’acqua?

Vediamo insieme le risposte alle domande più frequenti!

Perché portare i bambini in piscina?

Gli adulti lo sanno bene: il nuoto è lo sport più completo, capace di dare moltissimi benefici al corpo e alla mente, e questi vantaggi sono validi anche per i bambini. L’elenco dei benefici del nuoto e della piscina per i bambini sono veramente molti, qui di seguito elenchiamo alcuni dei più importanti.

Per sviluppare la coordinazione motoria

Portare un bambino in piscina significa aiutarlo a sviluppare la coordinazione motoria e di resistenza respiratoria, oltre che cardio-vascolare. In caso di problemi posturali è spesso l’ortopedico stesso che consiglia il nuoto come coadiuvante ad altre terapie.

Per rilassare il corpo

Il nuoto è poi un vero toccasana nel caso di piccoli che hanno difficoltà a prendere sonno o si svegliano spesso durante la notte. Se sei un genitore avrai già sperimentato quanto il bagnetto prima della nanna conduca il bimbo tra le braccia di Morfeo. Ebbene, con la piscina quest’effetto è amplificato, dal momento che i movimenti in acqua procurano una sensazione di rilassamento cui consegue spesso una forte sonnolenza.

Per acquisire ed aumentare la fiducia in se stessi

Oltre a tutto ciò val la pena sottolineare il buon apporto del nuoto a livello psicologico. I bambini si sentono sicuri di sé e delle proprie capacità, acquisendo gradualmente più fiducia in loro stessi. A livello sociale, i corsi di acquaticità praticati con i propri genitori rinsalderanno il legame e la considerazione di mamma e papà come un “porto sicuro” su cui poter fare sempre affidamento.

Per socializzazione

Infine, i bambini un po’ più grandi inizieranno i corsi di nuoto insieme ad altri coetanei, fatto fondamentale per la socializzazione extra-familiare ed extra-scolastica. Impareranno a negoziare gli spazi e i tempi nell’ottica di una condivisione di gruppo.

Quando iniziare con il nuoto e con l’approccio all’acquaticità?

Teoricamente, i neonati di pochi giorni possono già stare in acqua. Anzi, essendo usciti da pochissimo da un ambiente liquido, è possibile che ci si trovino più a proprio agio che sulla terra ferma.

In generale i pediatri consigliano però di aspettare almeno un paio di mesi per evitare che i piccoli subiscano eccessivi sbalzi di temperatura. In effetti l’ambiente delle piscine (anche quelle riscaldate per neonati e bambini) è riscaldato a circa 30/32°, e specialmente nel periodo invernale l’escursione termica potrebbe non fare bene ai neonati.

È sempre bene seguire le direttive del pediatra, il solo capace di valutare attentamente la situazione specifica di ogni bambino e consigliare i genitori.

Condizione obbligatoria per iscrivere il bambino in piscina è quella di presentare il certificato di buona salute, rilasciato dal pediatra dopo un’accurata visita del piccolo.

Come funziona una lezione di idrochinesiologia?

Iniziamo subito col dire che l’idrochinesiologia è lo studio del movimento in acqua. Si parla di questa disciplina fino ai tre anni di età del bambino; solo dopo si può passare alla vera e proprio acquaticità.

Durante questa prima fase, in particolare nei primi incontri con l’acqua, il bambino verrà appoggiato su un robusto tappeto galleggiante. Potrà sperimentare la sensazione “molleggiata” data dall’acqua, pur senza finirci immerso. Al massimo potrà essere bagnato rimanendo in braccio a mamma e papà.

Una volta presa confidenza, si potranno usare tappeti progressivamente più sottili, così da sperimentare la sensazione di galleggiamento. Quando sarà pronto (e lo dimostrerà apertamente con la curiosità) quasi si butterà da solo in acqua a sgambettare!

In piscina: a lezione con mamma o papà?

Le lezioni di acquaticità per bambini sono sempre molto emozionanti, sia per i piccoli che per gli adulti.

I bambini sembrano tornare ad uno stato prenatale, coccolati dal galleggiamento e dalla sensazione dell’acqua calda. I genitori saranno altrettanto emozionati di vedere il proprio cucciolo “nuotare” felice. Si tratta di un momento di intimità molto importante per entrambi: è necessario che i genitori siano rilassati, che non trasmettano ansia o paura ai bambini e che stacchino la spina dallo stress della vita quotidiana. Se però uno dei due genitori ha paura o è molto agitato potrebbe trasmettere ansie non costruttive al bambino: in questo caso lasciate il posto all’altro, più sicuro, o all’istruttore.

La miglior cosa da fare sarebbe coinvolgere entrambi i genitori nelle lezioni, che si trasformeranno in bellissimi momenti in famiglia. Perché no, se avete altri figli più grandi che sono già delfini provetti potete invitare anche loro, sempre con un occhio di riguardo alla sicurezza, per farli giocare con il fratellino o la sorellina.

Come far appassionare i bambini ad acqua, nuoto e piscine?

Come detto, spesso i bambini manifestano una naturale curiosità per i giochi in acqua.

Se notate che il vostro bambino è particolarmente rilassato e giocoso nella vasca da bagno (e di solito lo è), potrebbe essere il candidato perfetto per diventare un appassionato della piscina. La curiosità verso il mare arriva invece un po’ più tardi: vedere una sterminata distesa d’acqua può generare non pochi timori nei bambini piccoli. Consigliamo sempre di non forzare la mano e lasciare che l’incontro sia spontaneo.

Se anche in piscina il piccolo sembra intimorito, non temete: potete comunque provare le lezioni, condotte in modo delicato, soft e senza paure, che li aiuterà a superare la paura, magari iniziando con brevi sessioni di un quarto d’ora. Inoltre, la presenza degli istruttori sarà utile per indirizzarvi e per rispondere alle vostre domande.

In generale, il miglior modo di far appassionare i bambini ad un hobby è proporlo come un divertimento: procuratevi giocattoli, animaletti, anelli, piccole pistole ad acqua per intrattenerlo e superare la paura inserendo l’aspetto ludico prima e durante l’immersione in piscina.

Ogni giocattolo ha il giusto momento per venire proposto al bambino. Attenzione quindi a proporre oggetti adatti alla sua età.

Se tutta la famiglia è coinvolta, se si ride e gioca insieme, al neonato arriverà il messaggio che si sta facendo un’attività di gruppo che appassiona tutti, esattamente come al parco giochi. Questo lo renderà sempre più entusiasta di lezione in lezione.

Giochi e attività per i bambini in piscina

Come dicevamo prima, ogni età avrà giochi più o meno appropriati per rendere il momento della piscina coinvolgente e rilassante.

Chiedete anzitutto consiglio agli istruttori: sapranno mostrarvi la gamma di giocattoli disponibili in piscina, o suggerirvi i modelli migliori per l’età del bimbo.

Poi fate appello alle vostre conoscenze su vostro figlio: ama gli animali? Proponete giocattoli con questa forma. Nella vasca non possono mancare le paperelle? Portatene un paio con voi e vedete se le apprezza anche in piscina.

È più grande, magari già abituato a mettere la testa sott’acqua? Potete provare, gradualmente, con giocattoli da recuperare a mezz’acqua; se sa già nuotare a cagnolino potete provare a fargli recuperare giochi galleggianti spinti qualche metro più avanti.

La confidenza con l’acqua arriverà poco alla volta, gioco per gioco, spruzzo per spruzzo: non abbiate pretese eccessive in relazione all’età del piccolo, aspettate che sia lui stesso a farvi capire di voler passare allo step successivo, dosate i vostri tentativi con calma e pazienza.

Se sarete abili e pazienti con i bambini, noterete in breve tempo miglioramenti del tono muscolare, della capacità respiratoria, dell’equilibrio e dell’attenzione.

Fino ai sei anni almeno tutti i giochi proposti in piscina non devono mai assumere le sembianze di un vero e proprio corso di nuoto. Ci sarà tutto il tempo, se lo gradirete e se si dimostrerà interessato, di perfezionare i singoli stili e la tecnica fino al lavoro agonistico.

> Abbiamo parlato anche specificatamente di Neonati e piscina – QUI.

Rischi: attenzioni da prestare in piscina

Per agevolare l’elencazione, divideremo i rischi e le attenzioni da prestare in piscina con i bambini in due gruppi: quelli legati proprio alla lezione in acqua, e quelli da tenere presenti in spogliatoio.

A lezione, siate accorti riguardo:

  • non fare entrare acqua nel condotto uditivo. La sensazione di pressione è molto sgradevole e può generare un’otite, cioè un’infiammazione, tipica di chi svolge sport acquatici;
  • usate pannolini specifici per il bagnetto: ormai esistono di molte marche e si indossano sotto i costumini. Se il bambino è ancora piccolo vi sarà richiesto dagli istruttori per evitare di contaminare l’acqua;
  • se il pediatra ve lo consiglia, aspettate di aver fatto le prime vaccinazioni prima di iscrivervi ad un corso di acquaticità. Le piscine sono luoghi spesso affollati, e il contatto con altri bambini può favorire l’insorgenza di infezioni. Aspettate ovviamente che il moncone di cordone ombelicale si sia cicatrizzato;
  • salite e scendete in vasca sempre con l’apposita scaletta, eviterete di scivolare. A bordo vasca NON si corre, si cammina lentamente e con attenzione. Usate ciabatte con la suola rigata per prevenire lo scivolamento;
  • il bambino in acqua non deve essere lasciato solo. Se avete bisogno di un giocattolo chiedete all’istruttore di portarvelo. Anche se il bambino sa già galleggiare, ha i braccioli o è su una ciambella, non allontanatevi per nessun motivo.

In spogliatoio, fate attenzione a:

  • Appoggiare sempre un asciugamano pulito (ancora meglio se usa-e-getta, in carta) a terra o sulle panche, per evitare il contatto con superfici non pulite;
  • non stare senza ciabatte o calzini in gomma, né voi né i piccoli: rischiate di contrarre verruche e infezioni fungine, che amano svilupparsi dove l’ambiente è caldo e umido. Per lo stesso motivo, asciugatevi perfettamente in ogni piega del corpo, perché sulla pelle umida si accumulano e possono proliferare gli stessi batteri e funghi;
  • acclimatatevi lentamente. Togliete gli abiti ma non correte in vasca: aspettate qualche minuto per adattarvi al clima umido e caldo dell’ambiente in cui siete. Fate una doccia tiepida prima di entrare, per portare il corpo a temperatura ottimale.